neuroni specchio e linguaggio

Come sfruttare i neuroni specchio per la comunicazione nel web

C’è stato un tempo in cui la comunicazione digitale era unidirezionale, quasi meccanica. I siti web sembravano vetrine fredde, prive di anima, incapaci di generare reale empatia. Poi la scienza, come spesso accade, ci ha offerto una chiave di lettura sorprendente, una finestra sulla natura umana che, se ben compresa, può trasformare radicalmente il modo in cui parliamo alle persone online.

Quella chiave si chiama neuroni specchio.

Scoperti alla fine degli anni ’90 da un gruppo di neuroscienziati italiani, i neuroni specchio hanno svelato qualcosa che l’intuizione umana aveva sempre sospettato: osservare un’azione, o anche solo immaginarla, può attivare nel cervello le stesse aree che si attiverebbero se la compissimo davvero. In altre parole, vederti sorridere può far sorridere anche me, non per cortesia, ma per struttura neurale.
Come è capitato a me, immagino che anche tu ti sarai trovato in una stanza dove qualcuno sbadigliava e improvvisamente ti sei trovato a sbadigliare a tua volta. È un piccolo esempio di quanto siamo naturalmente predisposti a rispecchiarci negli altri.

E se ciò accade nel mondo fisico, perché non dovrebbe accadere anche nel web?

Il potere dell’empatia digitale

Chi lavora nella comunicazione web, come me, e ancor più chi progetta esperienze digitali, dovrebbe tenere ben presente una verità tanto semplice quanto ignorata: il cervello non distingue tra reale e simulato, se lo stimolo è credibile. Ecco perché una pubblicità può commuovere, un video virale può farci ridere da soli, e un post ben scritto può spingerci ad agire.

Quando navighiamo, non siamo solo utenti, siamo esseri umani che cercano rispecchiamento. E il web, che di umano ha spesso solo la superficie, può diventare un terreno fertile per l’empatia, se impariamo a coltivarla.

Volti, gesti, storie, cosa attiva i neuroni specchio

Se dovessi progettare una pagina web tenendo conto del funzionamento dei neuroni specchio, non inizierei parlando del prodotto. Inizierei da chi lo usa. Dai suoi gesti, dal suo sguardo, da quella sensazione che può nascere nel lettore quando si rivede in chi è dall’altra parte dello schermo.

Immagini reali, volti espressivi, mani che toccano, corpi che si muovono. Un video che mostra qualcuno che sorseggia un caffè su un divano morbido, con la luce del mattino che filtra dalla finestra, comunica più comfort di mille parole.

E non è magia, è biologia.

La scrittura che risuona

Anche le parole possono innescare un rispecchiamento. Ma non tutte. Quelle astratte, generiche, formali, non lasciano traccia. Al contrario, le parole concrete, sensoriali, quotidiane, attivano immagini mentali, e con esse, reazioni fisiche.

Facciamo qualche esempio.

Un agente immobiliare che promuove una casa sul mare.

“Prova ad immaginare di tornare la sera stanco dopo una gionata intensa ed essere accolto da questo ampio e spazioso soggiorno con grandi finestre da cui ammirare il mare, sentire in lontananza la brezza e al tempo stesso assaporare la quiete di questo luogo. Ti togli le scarpe, ti lasci andare sul divano, e finalmente respiri.”

Vendita di materassi di lana

“Prova a chiudere gli occhi e immagina: ti sdrai sul letto dopo una giornata intensa. Il materasso di lana accoglie il tuo corpo con una morbidezza naturale, ma al tempo stesso ti sostiene là dove serve. Senti la schiena distendersi, il respiro rallentare, e in pochi minuti ti abbandoni a un sonno profondo. Non è suggestione, è scienza: studi condotti in Germania, in Galles e in Australia hanno dimostrato che dormire su superfici in lana migliora la qualità del sonno, prolunga la fase REM, riduce la frequenza cardiaca e aiuta il corpo a trovare il suo ritmo naturale. Al mattino, ti svegli senza tensioni alla cervicale o dolori alla schiena. Ti alzi e senti che hai dormito davvero. Il tuo corpo lo sa. E te lo dice.”

Esempio per una scuola di cucina

“Hai mai sentito il profumo del pane appena sfornato uscire dal forno che tu stesso hai acceso? Le mani sporche di farina, il cuore pieno di orgoglio, mentre condividi una cena con amici che assaggiano ciò che hai preparato tu.”

Non stai leggendo solo frasi, stai vedendo e sentendo tu stesso sensazioni corporee. Questo è l’effetto del rispecchiamento. Il lettore non sta solo comprendendo, sta esperendo.

La call to action che non sembra una chiamata

Chi si occupa di marketing come me è ossessionato dalle call to action. “Scopri di più”, “Acquista ora”, “Provalo subito”. Ma se vogliamo sfruttare davvero i neuroni specchio, dobbiamo smettere di comandare e iniziare a evocare.

Un “Scopri come anche tu potresti vivere questa trasformazione” fa molto di più, spinge il lettore a immaginare se stesso dentro una storia. E quando un’immagine prende forma nella mente, la decisione, l’azione, diventa naturale, quasi inevitabile.

Verso una comunicazione più umana

Non si tratta di trucchi, né di manipolazione. Si tratta di recuperare una verità antica in un contesto nuovo, le persone decidono con l’emozione e giustificano con la logica. E l’emozione, nel web, passa da ciò che fa sentire vicini, presenti, coinvolti.

I neuroni specchio ci ricordano che la connessione è fisiologica, non solo digitale. Che dietro ogni clic c’è un corpo, una mente, un desiderio di sentirsi compresi.

Forse, se i creatori di contenuti del futuro terranno conto di questa semplice verità, non avremo solo siti più efficaci, ma anche più umani.

E magari, in un futuro non troppo lontano, il web saprà davvero guardarci negli occhi.

Email: contatti@freedomworld.it

www.freedomworld.it/contatti/

Roberto Cordano: esperto SEO e di web marketing.